Sergio Dalmasso storico del movimento operaio. QUADERNI CIPEC e Altri Scritti
  

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Fallimento frontale della partecipazione al governo    Torna alle categorie

Fallimento frontale della partecipazione al governo. Per il congresso e per il dopo.

 

Fallimento frontale della partecipazione al governo. Crisi dei circoli, della attività di base, dei gruppi di lavoro, spesso delle stesse federazioni.

Sconfitta elettorale frontale, senza attenuanti che esclude dalla rappresentanza qualunque forza di sinistra e rischia di proiettarsi, a breve, sul Parlamento europeo e sui Consigli regionali.

Disorientamento di militanti, iscritti/e, simpatizzanti, di chi ha avuto fiducia in noi e spesso, deluso/a, ci ha visti come gli altri, pezzi di una casta (qualcuno un tempo diceva burocrazia) inamovibile.

Per anni, il nostro partito è sembrato sordo e cieco: incapace di comprendere i fischi nelle assemblee di fabbrica, il disinteresse (o disprezzo) nei volantinaggi ai cancelli, il vuoto di una piazza (Roma, 9 giugno 2007), gli stessi dati elettorali parziali che ci vedevano, in un solo anno, più che dimezzati, due scissioni, piccole, ma dolorose.

Chi è stato in minoranza e ha, invano, messo in guardia davanti al disastro imminente, potrebbe dire oggi: L’avevo detto! ed è giusto che al congresso le posizioni critiche si siano articolate in un documento.

Il problema, però, è più grande. Il governo di destra raccoglie consenso, esprime sentimenti profondi nella nostra società, dà dignità politica a fascismo, razzismo, antiegualitarismo, omofobia.

I suoi atti avranno pesanti ricadute:

  •  sociali (cancellazione del contratto nazionale, aumento di straordinari, flessibilità, precariato in eterno, pensioni)
  •  sull’ambiente (nucleare, inceneritori)
  •  sui diritti e gli spazi di democrazia (legge 194- aborto-, familismo, legge 180- Basaglia-, condizioni dei migranti, razzismo, sdoganemento totale del neofascismo)
  •  aggressione allo stesso concetto di laicità
  •  aggravamento delle scelte “imperialiste” in politica estera e nel nodo guerra/pace.

 

Per questo serve ridare significato all’esistenza di una forza comunista, ridiscutere (come quando questo partito e nato) su tutto, ridare gambe e testa ad una opposizione sociale e politica che dobbiamo contribuire a formare ed organizzare, con altri soggetti, partiti e no, su una unità di azione indispensabile.

E’ indispensabile anche discutere sulle scelte locali, sulla nostra presenza nelle istituzioni, per un bilancio reale del nostro lavoro, a cominciare da questo giornale che deve diventare maggiore strumento di dibattito (non di piagnisteo e di rissa!).

Nessuno sa come finirà il congresso, in ogni caso proviamoci ancora!

Sergio Dalmasso.

 

Per Matteo. Fai leggere ai capi. Vedete se pubblicare, senza farvi problemi (diplomatici) con me.

 

 

BARGE, 11 ottobre . CONVEGNO SU LUDOVICO GEYMONAT.

 

Grande filosofo ed insegnante, partigiano garibaldino nell’area di Barge, filosofo ed insegnante.

Comunista per tutta la sua vita e iscritto a Rifondazione nel 1991, anno della sua morte.

La sua attività di pensatore, di filosofo della scienza, partigiano, militante politico, maestro, sarà ricordata, nel centenario della sua nascita, a Barge, sabato 11 ottobre. Interventi di Agazzi, Petitot, Oliva, Dalmasso.